Atardecer
en Fossoli
Sé lo que significa no regresar.
A través del alambre de espino.
He visto el sol descender y morir;
He sentido lacerarme la carne
las palabras del viejo poeta.
Los soles pueden descender y regresar:
Para nosotros, cuando la breve luz se apaga,
Hay una noche infinita para ser dormida.
A través del alambre de espino.
He visto el sol descender y morir;
He sentido lacerarme la carne
las palabras del viejo poeta.
Los soles pueden descender y regresar:
Para nosotros, cuando la breve luz se apaga,
Hay una noche infinita para ser dormida.
Ii tramono di Fossoli
Io so cosa vuol dire non tornare.
A traverso il filo spinato
ho visto il sole scendere e morire;
ho sentito lacerarmi la carne
le parole del vecchio poeta:
"Possono i soli cadere e tornare:
a noi, quando la breve luce è spenta,
una notte infinita è da dormire".
Io so cosa vuol dire non tornare.
A traverso il filo spinato
ho visto il sole scendere e morire;
ho sentito lacerarmi la carne
le parole del vecchio poeta:
"Possono i soli cadere e tornare:
a noi, quando la breve luce è spenta,
una notte infinita è da dormire".
Ostjuden
Padres
nuestros de esta tierra,
Mercaderes
de múltiple ingenio,
Sabios
sagaces de la prole numerosa
Que
Dios diseminó por el mundo
Como
Ulises la sal en los surcos:
He
vuelto a encontraros en todas partes,
Tantos
como la arena del mar,
Vosotros,
pueblo de cerviz altiva,
Tenaz
y pobre simiente humana.
Ostjuden
Padri nostri di questa terra,
Mercanti di molteplice ingegno,
Savi arguti dalla molta prole
Che Dio seminò per il mondo
Come nei solchi Ulisse folle il sale:
Vi ho ritrovati per ogni dove,
Molti come la rena del mare,
Voi popolo di altera cervice,
Tenace povero seme umano.
Mercanti di molteplice ingegno,
Savi arguti dalla molta prole
Che Dio seminò per il mondo
Come nei solchi Ulisse folle il sale:
Vi ho ritrovati per ogni dove,
Molti come la rena del mare,
Voi popolo di altera cervice,
Tenace povero seme umano.
da “Ad ora incerta” Garzanti, Milán, 1984
Traduccion de
Eduardo Conde.
Si esto es un hombre
Ustedes que viven seguros
En sus tibias casas,
Que encuentran al volver a la noche
La comida caliente y rostros amigables
Consideren si esto es un hombre:
Trabaja en el fango
No conoce paz
Lucha por medio pan
Muere por un sí o por un no.
Consideren si esto es una mujer,
Sin pelos y sin nombre
Sin fuerza ya para recordar
Vacíos los ojos y frío el regazo
Como una rana de invierno.
Piensen que esto ocurrió:
Les encomiendo estas palabras.
Tallénlas en el corazón
En casa o caminado por la calle,
Acostándose levantándose;
Repítanlas a sus hijos.
O se les caiga la casa,
La enfermedad los paralice,
Los hijos les vuelvan la cara.
Primo Levi (Turín, 1919-1987)
Versión de Jorge Aulicino
Nota: el poema es el acápite de Si questo è un uomo, memoria del campo de concentración de Auschwitz-Birkenau, 1947; Einaudi, Turín, 1976
Se questo e' un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore,
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca
i vostri nati torcano il viso da voi.
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